Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 9 febbraio 2006 Il Consiglio provinciale premesso che: come evitare che le zone più svantaggiate del territorio provinciale finiscano a poco a poco per essere abbandonate dalla popolazione è argomento oggetto di molti studi e ricerche, che, sovente, si limitano ad indicare soluzioni piuttosto vaghe o generiche, che raccomandano, con accenti diversi, l'importanza di creare opportunità professionali per la popolazione che ancora risiede in queste aree; gli studi, tuttavia, raramente propongono soluzioni concrete, mentre è proprio su questo piano che andrebbero ora concentrati gli sforzi; un recente convegno su “Matriarcato e donne di montagna”, promosso tre anni fa dal Centro di ecologia alpina, ha, ad esempio dimostrato come la vitalità dei piccoli centri alpini è strettamente correlata alle opportunità professionali disponibili per le donne; constatazione abbastanza ovvia per chi conosca i problemi dell'agricoltura di montagna – soprattutto ma non solo quelli della zootecnia, ma che dovrebbe sollecitare la politica ad adeguare incentivi e sostegni anche verso altre professioni, considerato che ormai l'agricoltura di montagna, di per sé, non offre un reddito sufficiente alle aspettative delle famiglie; occorre integrare il lavoro agricolo con il turismo e, in chiave di prospettive per posti occupazionali per le donne, a forme di imprenditorialità turistica flessibili e diverse da quelle già sperimentate, come la ospitalità alberghiera o l'agriturismo; sta prendendo piede, ad esempio, una forma di turismo che prescinde dall'offerta tradizionale dei centri turistici alpini (sci, alpinismo, termalismo, ecc.) e cerca un contatto più aderente all'ambiente naturale, alla scoperta dei valori ambientali e paesaggistici, ma anche della cultura e delle tradizioni locali, spesso poco conosciute; con il termine “bed and breakfast” si descrive una forma di offerta turistica, per certi aspetti simili al tradizionale agriturismo, ma differente soprattutto nelle dimensioni. I nostri agritur assomigliano spesso a piccoli alberghi o ristoranti, molto importanti, sia ben chiaro, nel quadro dell'offerta turistica, ma assai diversi da questo modello, che significa ospitalità e ristorazione nella dimensione quasi familiare. Nel maso o nella casa tradizionale viene offerta ospitalità e ristorazione ad una o due persone, al massimo quattro o cinque. E' più un'accoglienza familiare che non alberghiera nel senso tradizionale. Ed è una modalità di offerta turistica che si adatta molto bene all'esigenza di un rapporto più genuino con la natura, sempre più spesso ricercato da chi ormai è insofferente di una offerta standardizzata o condizionata dalla monocultura dello sci; è evidente che se questo modello viene sostenuto con adeguati investimenti, fatto conoscere – ad esempio mettendolo in rete attraverso i canali con i quali è venduta l'offerta turistica tradizionale – e valorizzato, si attaglia perfettamente alle possibilità delle donne di diventarne protagoniste. Ove è stato sperimentato funziona egregiamente. Da noi è poco conosciuto e praticato nonostante il recente impegno della Provincia, di Trentino Spa e delle aziende per il turismo d’ambito a promuoverne l’attivazione e, molto spesso, deve fare i conti con difficoltà burocratiche che finiscono per essere disincentivanti; impegna la Giunta provinciale 1. ad approfondire ed adeguare la normativa vigente in modo da rendere più flessibile il “bed and breakfast” con le disposizioni che regolano l'offerta turistica, tenendo soprattutto conto che una ospitalità di questo tipo deve poter prescindere da vincoli burocratici od organizzativi eccessivi e calibrati su dimensioni e strutture ben diverse; 2. a studiare ulteriori specifiche forme di sostegno economico per far decollare una offerta di questo tipo, che potrebbe funzionare molto bene, ad esempio, nei piccoli centri abitati che interagiscono con i parchi naturali esistenti; 3. ad inserire con maggiore visibilità questa tipologia di offerta turistica nelle azioni di promozione, tenendo conto anche di “canali alternativi” alle grandi agenzie, quali possono essere siti internet o riviste dedicate specificamente al turista che ricerca un rapporto più genuino con l'ambiente naturale e che, proprio per questa ragione, tendenzialmente rifugge le offerte tipiche del turismo di massa; 4. a sostenere l'integrazione di questa forma di ospitalità con le piccole aziende agricole e/o zootecniche di montagna, in modo da offrire una fonte di integrazione di reddito che incentivi il lavoro femminile, anche nella dimensione familiare. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda
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